La voce per dar corpo ai pensieri.
Le parole il modo per interagire con gli altri e con il mondo, creare relazioni, raccontare e raccontarsi. Voce e parole si danno per scontate fino a quando per qualche ragione non le perdi.
E’ successo a Gianfranco, un uomo tutto d’un pezzo. Ha perso la voce e con la voce le parole. Colpa della “gramigna” così chiama un tumore alla gola che lo costringe a un percorso che non aveva previsto. Sconforto e vergogna gli sono compagni per un po’ ma poi quell’uomo tutto d’un pezzo supera l’uno e l’altro e anche se stesso. Con una voce nuova e nuove parole torna a raccontare e raccontarsi.
Una breve storia su una questione tanto importante quanto difficile: i tumori della laringe e di chi per “salvare la pelle” deve sottoporsi ad un intervento chirurgico per asportarla.
Una storia raccontata da un’infermiera non con il linguaggio e i tecnicismi degli operatori sanitari ma come probabilmente la racconterebbe chi non è operatore del “settore”.
Una storia nata e voluta per accendere l’attenzione sull’importanza della prevenzione, della vicinanza al vissuto di chi ha il “male” e della capacità di reagire all’evento traumatico e riorganizzare la vita in modo positivo trasformando momenti difficili in opportunità per fare la differenza sui risultati.
Un modo per dire che per “vincere il male” la competenza e la professionalità degli operatori, i mezzi messi a disposizione della medicina da soli non fanno “100”, è necessaria la partecipazione e la capacità di reazione di chi il male lo ha. E la differenza quando questo c’è è concreta e palpabile.
Il racconto, è disponibile in formato elettronico e in forma cartacea su Amazon. Parte del ricavato sarà devoluto all’Associazione Mutilati della Voce di Verona.
Autrice di questo racconto è Marina Vanzetta, oltre ad essere infermiera presso l'Ospedale Sacro Cuore di Negrar, è una Volontaria Croce Rossa Italiana - Comitato di Verona.